Lucio Capece, musicista di origine argentina, vive a Berlino dal 2004. Con un percorso formativo di musicista classico e jazz, tra Buenos Aires, Lione e New York (studia fra gli altri con Marilyn Crispell, Gerry Hemingway e Tim Berne) si dedica dal 2000 all'improvvisazione elettroacustica, 'preparando' i suoi strumenti a fiato (clarinetto, sax soprano e Sruti Box) e applicando tecniche ed estensioni di sua invenzione. Tali apparati strumentali gli consentono di realizzare costruzioni polifoniche semplici, basate su rumori e suoni, che sottolineano un certo approccio olistico all'ascolto. Prosegue poi in un'ulteriore riduzione dell'utilizzo strumentale concentrandosi su armonici e microtonalità, mantenendo una certa attenzione per le caratteristiche acustiche degli spazi che ospitano i suoi concerti. Proprio come approfondimento di questo approccio nasce Conditional Music, eseguito nella sua prima versione nella cattedrale di Berna nell'ottobre del 2012, un modulo che intende creare un'esperienza di ascolto profondo utilizzando tecniche spettralistiche e psicoacustiche. Capece ha diretto un progetto sono-illumino-acusmatico presso il Bauhaus Archive di Berlino nel 2007, utilizzando il Light-Space Modulator, la leggendaria scultura cinetica ideata da László Moholy-Nagy nel 1922. Tra i progetti condivisi e le coproduzioni audio, ha collaborato in questi anni con Mika Vainio, Toshimaru Nakamura, Axel Dorner, Kevin Drumm, Robin Hayward, Rhodri Davies, Burkhard Beins, Mattin, Julia Eckhardt, Franz Hautzinger, Domenico Sciajno, Radu Malfatti, Keith Rowe, Taku Sugimoto, Sean Meehan, ed ha partecipato come performer a progetti di Phill Niblock, Christian Wolff e Pauline Oliveros, nel Q-O2 Ensemble.
sound performance, prima assoluta
flying speakers, palloni ad elio, sine waves, registrazione della performance SPACE con microfoni in cardboard tubes, tune bugs, cardboard boxes, PA, sax soprano
di e con Lucio Capece
guests Luciano Maggiore, Enrico Malatesta, Dominique Vaccaro, Riccardo Baruzzi
produzione Xing/Live Arts Week
MAMbo ben temperato è il titolo della nuova esecuzione di Lucio Capece realizzata appositamente per Live Arts Week, come evoluzione del progetto Conditional Music. Utilizzando come materiale sonoro iniziale un insieme di registrazioni realizzate negli spazi di MAMbo con microfoni, Capece seleziona un repertorio di tonalità e altezze. Questa raccolta forma una base compositiva a cavallo tra una lunga melodia tonale e un drone mutante, eseguita utilizzando come sistema di diffusione tre speaker sospesi nell'aria a tre palloni aerostatici, con posizioni verticali variate; al risultato finale si somma un secondo insieme di suoni, ottenuti dal vivo tramite lo stesso sistema di microfonazione. Questo raddoppiamento simultaneo delle fonti sonore, dilazionato nel tempo a partire dal medesimo spazio acustico, nasce da un intento preciso di indagine sulla fenomenologia percettiva. Come afferma lo stesso Capece, "tutto ciò che ci circonda tende a ribadire l'esistenza dei concetti di come percepiamo quel tutto. L'approccio che abbiamo del nostro ambiente fa sì che ci riferiamo ad esso come se avessimo i piedi piantati in uno 'stato del reale' che accettiamo come il terreno su cui basare le nostre percezioni." Con MAMbo ben temperato Capece offre uno spazio unitario di terreno e figura in cui la musica diventa uno strumento per ascoltare come ascoltiamo, per percepire come percepiamo. Uno spazio in perenne trasformazione, dove ogni dettaglio è parte fondamentale di un tutto.